In un momento particolare come quello che stiamo vivendo in questo 2020, l’arte e più in generale la cultura sono considerate elementi portanti per un rilancio turistico nazionale, ma al contempo anche dispendiosi e poco fruttuosi per il sostentamento economico del Paese, stravolto dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
È vero, rispetto alla salute umana l’arte deve necessariamente farsi da parte: ma siamo davvero sicuri che essa non contribuisca alla rinascita sociale ed emotiva di un’intera comunità?
L’Italia torna a “popolarsi”
In questi giorni le nostre città sono tornate a riempirsi: i monumenti splendono sotto i riflettori e i musei riscontrano una piacevole coda ai botteghini. Ma non sono solo gli stranieri a visitare il nostro Bel Paese, bensì gli italiani stessi, che in parte hanno scelto di restare su suolo italiano per poter trascorrere le proprie vacanze.
Vacanze che hanno anche un sapore culturale: ma allora se tutto questo interesse sembra rianimare un settore ad oggi considerato ad “uso estero”, perché non riusciamo a renderci conto dell’importanza che questi capolavori della storia hanno?
Una domanda che costantemente ci poniamo e che costantemente non riesce a trovare una degna risposta. Se da una parte abbiamo l’interesse “mordi e fuggi”, oserei dire stagionale, per l’arte, dall’altro abbiamo la noncuranza dei danni. Basti pensare alla Basilica di Norcia, che dopo quattro anni dal terribile terremoto che la distrusse, ancora si erge silente tra impalcature e vuoti esistenziali: tutto è fermo e di ripartire non sembra essere ora.
Un’ambivalenza, questa, che contraddistingue il nostro Paese, da sempre orgoglioso del proprio patrimonio culturale, ma distratto nella sua tutela, nella sua valorizzazione, nel suo rilancio per un passato che deve essere d’esempio per un presente consapevole e un futuro lungimirante.
Quale soluzione trovare?
Credo fortemente che sia importante fare tesoro di ogni esperienza, vivere ogni momento appieno e cercare di conservare ciò che di positivo sia emerso al fine di utilizzarlo in modo proficuo. Se questo periodo, almeno in alcuni animi, ci ha insegnato ad amare il nostro Paese, la nostra storia e le testimonianze che da essa sono giunte sino a noi oggi, allora dobbiamo allo stesso modo conservare questo sentimento nella nostra quotidianità e rispettare quanto di più prezioso ci è stato tramandato: un vissuto da poter raccontare e vivere ancora oggi, continuando a scrivere quell’antico libro della memoria lungo milioni di anni.